Torino ha da troppi anni perso la propria identità e, dunque, il proprio orgoglio. Cosa è rimasto di quello che una volta era il più importante laboratorio politico, culturale, sociale ed economico dell’Italia?

Oggi siamo una città dormitorio con le periferie in mano alla criminalità, le piccole imprese prima tartassate e poi abbondonate e migliaia di lavoratori, soprattutto giovani, a rischio disoccupazione.

La mia candidatura va oltre la destra e la sinistra: io darò voce a tutti i torinesi che vogliono dire «basta» a questo sistema in mano a pochi centri di potere e alla politica delle promesse tradite subito dopo aver conquistato la poltrona.

A Torino mi sono realizzato come uomo e professionista ed è giunto il momento di restituirle ciò che di positivo mi ha trasmesso.

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